Nell’augurarci che Keir Starmer abbia retto alle conseguenze estreme a cui deve essere andato incontro per aver anche soltanto pensato a una patrimoniale, torniamo sull’argomento della tassazione dei ricchissimi con un riferimento giacobino. Tranquilli, non scorrerà del sangue, ma come commentò una volta ElleKappa parlando di un congresso della sinistra, al massimo del ketchup.
Il punto interessante è che a leggere la storia prima o poi le disuguaglianze portano a un’esplosione del sistema.
Ovvero a volte è successo, nel corso dei secoli, che qualcuno si è occupato di mangiare i ricchi – secondo la celebre provocazione della Comune di Parigi che fu attribuita a Rousseau – prima che i ricchi e il sistema economico di cui beneficiano mangiassero tutti gli altri, attraverso le voragini di disuguaglianze e, più di recente, la distruzione del nostro stesso ecosistema.
C’è un bel libro di Paolo Pagani, che si intitola Rivoluzione. Storia di un’idea che ha trasformato il mondo (Treccani, 2025) che a un certo punto, parlando della rivoluzione francese, fa presente che il tentativo di cambiare il sistema fiscale era all’origine della rivoluzione stessa, in quanto essa fu prima di tutto un notevole trasferimento di proprietà.
«Anche perché, com’è noto, nobili e clero non pagavano una lira di tasse (chissà cosa sarebbe successo al cospetto di un’economia digitale come la nostra, che lascia realizzare colossali profitti indisturbati ai giganti big-tech, eludendo la fiscalità)…
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